1M a la Merced con la Brigada Callejera

Fotografie di Stefano Morrone e Alessandro Bricco

#1M a la Merced con la Brigada Callejera. Fotogallery
https://lamericalatina.net/2017/05/03/1m-a-la-merced-con-la-brigada-call...

Pubblicato il 3 maggio 2017di perezgallo |
1maggio

[Articolo di Perez Gallo. Fotografie di Stefano Morrone e Alessandro Bricco]

Questo Primo Maggio una parte della redazione de L’America Latina ha scelto di passarlo non con i tanti sindacati charros, come viene chiamato in Messico il sindacalismo corrotto e colluso con il padronato e il partito di governo, vale a dire il 90 per cento dell’intero sindacalismo messicano. Non l’ha passato nemmeno con la CNTE, corrente di sinistra del sindacato degli insegnanti e molto combattiva negli ultimi anni in difesa di quel poco che rimane di educazione pubblica e gratuita, né con gli elettricisti dello SME o con una qualche sigla dell’arcipelago trotzkista, tra i pochi che nella patria delle maquiladoras provano a portare avanti una qualche forma di conflitto sindacale. Questo primo maggio L’America Latina ha accompagnato il corto, con partenza dalla Merced, della Brigada Callejera, combattivissimo sindacato di lavoratrici del sesso, autonomo, aderente alla piattaforma zapatista della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona fin dai tempi (era il 2006) dell’Altra Campagna. All’insegna di slogan come “respeco total para el trabajo sexual” (rispetto totale per il lavoro sessuale” e “la ezquina es de quien la trabaja” (il marciapiede è di chi lo lavora), si è attraversato il popolare, resistente e centralissimo quartiere della Merced, della cui resistenza ai forti tentativi di gentrificazione abbiamo già parlato alcuni mesi fa su questo blog (articolo di Gimmi: https://lamericalatina.net/2017/01/27/el-barrio-de-la-merced-a-citta-del...).

E proprio la gentrificazione, e la conseguente forte pressione sulle ragazze e signore della Brigada per spostarsi dalla zona per “ripulirla”, è rieccheggiata fortemente nelle proteste, negli slogan e nelle rivendicazioni delle compagne, che aprivano un corteo di più di 500 persone, su cui spiccavano i militanti del Fronte Popolare Francisco Villa Indipendente, del movimento urbano popolare e delle occupazioni di case e terreni, i lavoratori della cooperativa Cafè Victoria, nata 8 anni fa come esperienza di autogestione in seguito a una lunga lotta sindacale, e un gruppo di musicisti e ballerine che hanno messo in scena canzoni tipiche del cantautorato latinoamericano, e soprattutto della Nueva Canción Chilena, da “Rum rum se fue pa’l norte” di Violeta Parra a “El derecho de vivir en paz” di Victor Yara.

Il corteo festoso è poi terminato nello Zocalo, la piazza centrale di Città del Messico, convergendo con gli altri cortei della giornata. Al termine della marcia, le ragazze ci hanno raccontato le varie tappe della loro lotta, da quella per il preservativo nei rapporti (a fronte di un mercato che vedeva il sesso non protetto valutato il doppio del prezzo), a quelle per la regolarizzazione e la sicurezza sul posto di lavoro.

Foto di Stefano Morrone.

Alla fine della manifestazione, siamo andati al concerto di autofinanziamento del Café Victoria, nel Foro Alicia, spazio culturale alternativo che si chiama così, come ci ha spiegato il suo fondatore, in onore dell’emittente e Radio Alice, attiva a Bologna nel periodo d’oro delle radio libere della seconda metà degli anni ’70 e chiusa con un’imponente operazione di polizia in seguito ai giorni di rivolta nel capoluogo emiliano dell’11 e 12 marzo, in seguito all’omicidio di Francesco Lorusso.

Un po’ per celebrare la cosa, un po’ per ribadire la nostra solidarietà, abbiamo portato in quel luogo la bandiera “I love XM24”, in appoggio al centro sociale della Bolognina oggi a rischio sgombero.